PHILOMENA
Ho assistito al film
Philomena, appena uscito nelle sale italiane, e l’ho trovato molto bello,
commovente e profondo.
L’interpretazione dei
due protagonisti è ottima e raggiunge punte altissime in Judi Dench, dopo pochi
minuti ci si dimentica del suo volto inesorabilmente segnato dal tempo e si
resta ipnotizzati dalla profondità espressiva dei suoi occhi.
La storia è commovente
senza mai diventare patetica; l’argomento della fede religiosa è toccato in
maniera forte senza però mai cadere nel giudizio sommario.
Il disonore della
gravidanza fuori dal matrimonio nell’Irlanda cattolica degli anni ’50 è
trattato con molta delicatezza.
Il comportamento delle
religiose è condannato senza mai cadere nella fustigazione della falsa morale.
La regia è superba, la
fotografia stupenda così come la musica e l’ambientazione.
La storia è vera e i
protagonisti sono ancora viventi.
Questo film ha
partecipato al Festival del Cinema di Venezia 2013 dove ha vinto solo il premio
per la migliore sceneggiatura mentre il Leone d’Oro è andato al film Sacro Gra.
Questo film, pseudo
documentario, suscita deboli sensazioni e illustra per grandi linee, senza
approfondimenti, la vita delle persone e delle comunità limitrofe al Grande
Raccordo Anulare di Roma.
Ora mi chiedo cosa
abbia visto la giuria presieduta da Bernardo Bertolucci, regista Premio Oscar,
di superiore nel Sacro Gra rispetto a Philomena per giudicarlo miglior film
della rassegna.
Quale valutazione
abbiano fatto i grandi esperti resterà per me un mistero e spero per loro che
non dovranno mai rispondere alla frase di Philomena che più o meno recita così:
“Devi rispettare tutte le persone quando sei nella salita, puoi rincontrarle
nella discesa”.
Donato Ceci
Roma, 20.12.2013